Il grafico mostra l'aumento della velocità delle interfacce di rete ethernet presenti nei server ed in genere tra i core-switch.
Normalmente per le velocità oltre i 10 Gbit/s si preferisce adottare un cablaggio in fibra ottica, descritto in questa pagina. Si usa invece Ethernet su rame per collegare i dispositivi terminali.
Altri motivi per l'adozione della fibra in una LAN sono:
L'ostacolo ad una diffusione più ampia è oggi essenzialmente dovuto alla fragilità della fibra che la rende idonea solo al collegamento di apparati all'interno di armadi rack e quindi fissi.
All'interno di una rete locale il collegamento in fibra normalmente utilizza moduli di conversione ottico-elettrico (e viceversa) che possono essere aggiunti a switch e server in modo semplice e veloce. Le tre famiglie più diffuse sono:
I moduli di conversione ottica-elettrico di queste famiglie sono disponibili sia per fibre monomodali che multimodali, per diverse lunghezze d'onda incluse WDM e BWDM; esistono anche moduli SFP per connessioni in rame. I moduli sono standard e facilmente sostituibili anche da parte dell'utente finale.
La prima fotografia mostra un vecchio modulo GBIC da 1 Gbit/s; il connettore ad esso associato è indicato come SC o anche SC/APC:
Le due immagini seguenti mostrano un modulo SFP+ da 10 Gbit/s e lo stesso inserito all'interno di uno switch.
L'immagine seguente mostra un modulo QFSP+ da 40 Gbit/s
L'immagine seguente mostra una scheda di rete che può ospitare due moduli SFP+.
Il tipico connettore usato con i moduli SFP e QSPF è indicato con la sigla LC o anche LC/UPC ed è spesso caratterizzato dall'essere doppio, ossia collegato a due fibre, una usata in trasmissione ed una in ricezione.
in realtà le varietà di connettori sono MOLTO più numerose e tutte tra di loro incompatibili...
All'interno dei cavidotti la fibra è contenute in cavi ottici, ciascuno costituito da 2-4-8-12 fibre
Nelle reti locali vengono normalmente usati cavi dry loose costituiti da una guaina esterna in materiale plastico ad alta resistenza e rinforzato in fibra di vetro; il rivestimento primario della singola fibra ha un diametro di 250 μm ed è immerso in gel tamponante di protezione contro l’umidità; il colore permette di identificare la singola fibra. Il diametro complessivo va da 7 mm a 10 mm, per un peso di 50 kg/km. L'immagine seguente mostra un esempio di tali cavi.
Nelle reti locali sono utilizzate soprattutto fibre multimodali, più raramente monomodali. Esse sono identificate da una sigla:
Tipo | 100 Mb/s | 1Gb/s | 10 Gb/s | 40 Gb/s | 100 Gb/s |
OM1 (62.5/125) | 2 km | 275 m | 33 m | ||
OM2 (50/125) | 2 km | 550 m | 82 m | ||
OM3 (50/125) | 2 km | 550 m | 300 m | 100 m | 100 m |
OM4 (50/125) | 2 km | 1 km | 550 m | 150 m | 150 m |
Il collegamento tra apparati all'interno degli armadi rack è realizzato con patch (bretelle), tipicamente costituto da una coppia di fibre con connettore collegato in fabbrica. Di seguito alcuni esempi:
Le terminazioni del cavo ottico è realizzato tramite cassetti ottici. L'immagine seguente mostra come potrebbe apparire visto "da dietro" uno di tali cassetti, con 15 connessioni bidirezionali installate e, sulla destra, uno spazio ancora vuoto.
Il collegamento terminale, giallo nell'immagine precedente, è realizzato tramite pigtail, un "codino" da un lato collegato in fabbrica al connettore da inserire nel cassetto e dall'altro senza connettore, da saldare al cavo ottico con una giuntatrice. L'immagine seguente mostre un pigtail per fibra multimodale prima dell'installazione.
Pagina creata nell'aprile 2021
Ultima modifica: 13 aprile 2023
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