Un mito: Asterix e Obelix! Solo loro potevano sopravvivere alla Casa che rende folli (nota 1).
Questa è la mia esperienza con la procedura prevista dall'articolo 103 del Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 per l'emersione di rapporti di lavoro.
Purtroppo a tutti capita, prima o soprattutto poi, di aver bisogno di assistenza; anche i miei genitori hanno dovuto assumere una badante. I miei genitori sono persone rispettose della legge e della dignità dei lavoratori e quindi la hanno assunta con regolare contratto. La persona che hanno scelto è straniera, in regola con il permesso di soggiorno temporaneo come rifugiato politico (nota 2); nel resto della pagina la chiamerò Maria, nome di fantasia.
Maria parla l'italiano quasi correttamente, di certo meglio di tanti italiani sedicenti madrelingua; ha invece qualche difficoltà con il dialetto brianzolo, ma, con l'aiuto dei miei, ora lo comprende ed un poco lo parla.
A metà 2020, in piena pandemia, viene approvata una norma per l'emersione del lavoro irregolare. Dopo un consulto, decidiamo di seguire questa strada; infatti il rinnovo del permesso di soggiorno di Maria era continuamente rinviato a causa delle restrizioni CoVid e questo ha comportato, tra le altre cose, la sospensione della sua tessera sanitaria. Sulla carta una procedura rapida...
La prima fase è semplice, da fare rigorosamente entro ferragosto 2020. Occorre:
Seguono poi alcuni mesi di silenzio.
Un effetto collaterale: a causa della mancata convocazione per la pratica di emersione, Regione Lombardia continua a rifiutare di rinnovare la tessera sanitaria e di assegnare un medico di base a Maria, che rimane così, in piena pandemia, senza protezione sanitaria.
Finalmente nel maggio 2021 riceviamo la mail di convocazione in Prefettura per il mattino successivo (nota 5); dovranno essere presenti sia il lavoratore sia il datore di lavoro (due mezze giornate di lavoro perse...), pena la decadenza dell'intera procedura.
Le fotocopie richieste:
Nessun problema per i primi cinque documenti, ma l'ultimo è difficile da ottenere in poche ore... Quindi negli uffici ci comunicano che sarà necessario un nuovo appuntamento, a data da destinarsi.
Richiesta al Comune dell’idoneità alloggiativa. Tra domanda, sopralluogo nell'appartamento di Maria e rilascio dell'idoneità sono bastati tre giorni, finalmente una pratica burocratica precisa e veloce, praticamente tutta on-line (tranne il ritiro del documento)!
Certo ci sono volute due marche da bollo (nota 3) ed il versamento di qualche euro al Comune (cosa quest'ultima che ritengo il giusto compenso per un lavoro ben fatto).
Nuova convocazione in Prefettura, altra mezza giornata di lavoro persa (in due) e di mancata assistenza per i miei genitori.
Lavoro improbo dell'impiegato addetto, in un ufficio fatiscente: una marea di fotocopie di documenti già in possesso della pubblica amministrazione, alla faccia della dematerializzazione. Il tutto finisce in archivio e in una "busta" consegnata a Maria per essere spedita in Posta.
Ora occorre portare la "busta" in Posta, per fissare l'appuntamento in Questura per le impronte digitali. Proceduta in teoria semplice, ma l'impiegato chiede con insistenza il passaporto a Maria, ma questo è in Questura, con tanto di certificato che lo attesta. Secondo l'impiegato la carta di identità italiana non è sufficiente per il riconoscimento. Dove non arrivano le leggi, ci pensano gli impiegati a complicarti la vita... Dopo un'ora finalmente il capufficio sblocca.
Ovviamente c'è da pagare altri cento e passa euro.
Con la ricevuta della Posta, Regione Lombardia ha riassegnato la tessera sanitaria a Maria che si è potuto finalmente vaccinare (ed avere il medico di base, dopo un anno di rinvii).
Maria è convocata in Questura in pieno agosto, lei si presenta perdendo un'ulteriore mezza giornata di lavoro, ma una volta giunta le comunicano che non trovano la raccomandata... Sul protocollo elettronico risulta correttamente ricevuta, ma la carta non sembra esserci!
Maria è riconvocata in Questura il giorno dopo. Le comunicano in quella sede il nuovo appuntamento per le impronte digitali ed il resto della procedura: occorre tornare dopo una settimana.
Maria è convocata per la terza volta in Questura. Finalmente le rilevano le impronte digitali e le comunicano che, tempo un paio di mesi arriverà il permesso di soggiorno. Ma solo dopo aver consegnato il passaporto, che si trova a Milano
Viaggio alla Questura di Milano per richiedere il passaporto, lì depositato da diversi anni, e annullare la procedura di asilo politico. Domanda e delega all'avvocato, altri soldi ed altra attesa...
La consegna il Questura fallisce, per mancanza di appuntamento.
Nuovo viaggio in Questura, stavolta con appuntamento, e passaporto consegnato.
Ultimo viaggio in Questura per la consegna del passaporto e, dopo 15 giorni, per il ritiro del permesso di soggiorno. Finalmente la procedura si è conclusa a fine novembre 2021. Ma le hanno detto che quando, nel 2023, dovrà ricominciare tutto da capo, meglio iniziare un po' prima...
Quando si parla di costo della burocrazia, penso la storia che io, Maria e i mia genitori abbiamo vissuto sulla nostra pelle sia un buon esempio di come uno stato moderno NON deve gestire il problema dell'immigrazione regolare.
Data di creazione di questa pagina: giugno 2021
Ultima modifica: 30 dicembre 2021
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